Cimento invernale 2019-le cronache
21° Cimento Invernale sull’Alto Lario
3 Febbraio 2019
Testo di Marco Nolberti e Luciano Belloni
Dopo alcuni anni, questo incontro invernale è stato pianificato su due giorni, riprendendo così una collaudata tradizione. I controlli meteo prima dell’evento furono più che giornalieri, ma nulla si può con il susseguirsi di perturbazioni, per cui fu gioco forza limitarsi all’uscita domenicale con qualche imprevisto sempre dietro l’angolo, per cui si conferma l’appuntamento per l’imbarco a Gera Lario.
Viste le ultimissime previsioni della giornata, il piano A con giro del lago di Novate Mezzola viene messo in discussione per cui si opta sul piano B che prevede trasferimento in auto in località Dascio limitando i rischi connessi a forte vento previsto nel pomeriggio.
Prima del trasferimento, la foto di gruppo a lettere cubitali.
Arrivando a Dascio nelle prime ore del mattino, si occupano i posti macchina disponibili creando poi qualche difficoltà a coloro che si sarebbero recati per la Festa locale di San Biagio.
Si discute e si opta per una variante al piano B originale, limitandosi quindi a raggiungere il tempietto di San Fedelino navigando a ridosso delle pareti del Monte Berlinghera escludendo quindi il giro del lago di Novate Mezzola e rinunciando pure alla sosta pranzo sulla spiaggia innevata.
Si vuole ricordare che il raduno si concluderà implementando il piano C predisposto, ovvero “gambe sotto al tavolo” all’arrivo.
L’imbarco è sulla neve con qualche debole folata di vento, ma sul lago di Novate già si vede la superficie con onde basse ma dalle bianche creste.
Qui è Marco che racconta. In 28 scendono in acqua sul tranquillo fiume Mera e, Luciano da riva saluta e lì, attende il ritorno del gruppo.
Nella mattinata il sole fa sua apparizione illuminando le cime dei monti innevati, ma in quota si nota la neve spazzata dal vento.
La navigazione procede quasi per tutto il tempo tra le classiche onde dei laghi alpini: non tanto alte ma tremendamente ravvicinate. Onde nelle quali la prua passa attraverso, sollevando schizzi che arrivano in faccia per frangersi poi sul giubbotto indossato.
Questi giochi possono essere piacevoli ad agosto, ma in pieno inverno con la temperatura dell’acqua a 4° C e quella dell’aria di poco superiore non è proprio il massimo del comfort, ma così è andata.
Il vento di caduta? Intense le raffiche di föhn che a volte sembravano voler strappare la pagaia dalle mani costringendo tutti ad impegnarsi per rimanere stabili sull’acqua tra il turbinio di gocce spazzate dall’aria.
Sia all’andata che al ritorno, si è cercato di mantenere distanza ideale dalle rocce per maggior sicurezza, avvicinandosi con le raffiche a trovare un minimo riparo dal vento o allontanandosi durante i momenti di tregua e rimanere così fuori dalla “lavatrice” creata dalle onde e dal loro ritorno.
Raggiunto il tempietto di San Fedelino, punto di interesse immancabile e storico simbolo di questo evento definito da Felice Farina, il raduno di kayak da mare più a Nord in Italia, nel punto più freddo del più freddo lago e svoltosi nei giorni della merla alla insolita latitudine di 46° 13’!!!
La maggior parte della flotta sbarca sulla spiaggia innevata raggiungendo a piedi dopo una cinquantina di metri, il tempietto mentre altri otto risalgono un breve tratto del Mera parzialmente ghiacciato e in tempo per la foto di gruppo.
Ripresa la via del ritorno, i fenomeni favonici sono aumentati e il rientro è stato impegnativo per tutti.
Da riconoscere l’ottimo lavoro di assistenza da parte dei non pochi tecnici ed istruttori che hanno costantemente tenuto sotto controllo il gruppo che è rimasto abbastanza compatto, con indicazioni precise sulla gestione della navigazione nei momenti critici e rassicurando chi non aveva esperienza con le insolite condizioni meteo.
Da osservare che nei momenti di maggior difficoltà si sono create coppie serrate con il compagno praticamente a portata di mano in caso di zatteramento “al volo” e con continue verifiche al fine di percepire se non ci fossero manifeste difficoltà.
Dinamiche possibili solo in gruppi in cui sono presenti diversi esperti, motivo per cui questa uscita ha avuto anche dei risvolti didattici molto interessanti.
Puntualissimi e soddisfatti, alle 14.00 e con appetito, si affrontano le specialità valtellinesi.
Doveroso ringraziamento a tutti gli istruttori e ai più esperti che si sono prodigati assistendo tutti con continuità sia dal lato tecnico sia dal lato psicologico così come al “solito” Luciano che ha fornito assistenza a terra e a Felice del CK90 che ha contribuito alla realizzazione di questo tradizionale evento.