“Asinara & Friends” 22-29 maggio 2021
Testo a “quattro mani”
L’idea dell’Asinara nasce ad Ottobre 2019, si forma un primo gruppo di 19 persone, vengono contattate le uniche strutture ricettive dell’isola, l’Ostello Sognasinara e la Locanda.
Si prenota per fine aprile 2020, ma …
Con l’inizio della pandemia il tutto viene rinviato ad Ottobre 2020 quando però i contagi ricominciano a salire, così fa seguito un secondo sofferto rinvio a fine Maggio 2021.
Passano i mesi ma finalmente ci siamo …!!! Si parte, ci si ritrova in 11, provenienti un po’ da tutta Italia, dal Lazio a Campania, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte.
Il gruppo si trova il mattino di sabato 22 a Fertilia da dove partono due valorosi e meno timorosi partecipanti, mentre gli altri, viste le condizioni meteo, si spostano a Dragonara, prima di Capo Caccia, dove li attendono per compiere insieme il tragitto da Dragonara a Porto Ferro.
Questo primo tratto presenta la monumentale costa di Capo Caccia, con la scala di Cabirol che porta alle grotte di Nettuno, i Grifoni, l’isola di Foradada, un imponente scoglio di calcare biancheggiante, chiamata così perché forata da parte a parte.
Superata Punta Cristallo si arriva per una pausa a Porticciolo e infine nella vasta conca di Porto Ferro dove viene allestito il campo in prossimità della Torre Negra per il bivacco notturno.
All’alba sveglia e si iniziano i preparativi per il rito della colazione: qualcuno ha portato una caffettiera gigantesca che faciliterà la convivialità, il gruppo sta iniziando ad amalgamarsi.
Diversi partecipanti infatti non si erano mai visti di persona.
Si inizia la navigazione verso il promontorio dell’Argentiera, dove il vento rinforza man mano che si procede e salgono le onde così si decide di fermarsi a Porto Palmas di Argentiera per fare il punto della situazione meteo e confrontare gli stati d’animo.
Vista la situazione meteo in peggioramento e tutto il tragitto che avremmo dovuto fare per arrivare a Stintino, tragitto caratterizzato da scogli scoscesi e con scarsi approdi, si valuta di sostare a Porto Palmas senza raggiungere come prestabilito Rena Majores.
Il campo è presso il chiosco di Porto Palmas dove è sosta forzata per due notti sotto le tettoie generosamente concesse dal gestore del bar, piove…
In questa forzata sosta scopriamo l’arte culinaria di alcuni , si canta, si festeggia … torna il sole!
Date le condizioni meteo marine, ritenute di certo impegno, i giorni di sosta accumulati, il 25 mattina si opta per un trasferimento a Stintino che comporta tempo per i recupero delle auto. Si giunge finalmente a Stintino, e l’isola è proprio di fronte, si scaricano i kayak, si riprende la navigazione per l’Asinara con destinazione finale Cala Oliva.
Si avverte il vento di maestrale che sulla costa orientale dell’isola è debole sui 5 nodi in quanto più protetta e ciò consente una navigazione agevole.
Attenzione particolare bisogna porre alle zone A di rispetto del parco in cui è vietatissimo transitare, per questo ci siamo affidati ad un amico, grande esperto del territorio.
Dall’Isola Piana la risalita dell’Asinara sul lato est è paradisiaca, mare con sfumature dal bianco al turchese, giardini di rocce, pesci e tanta allegria che non fa percepire la fatica se non nell’ultimo tratto da Cala Reale, dove non si fa sosta, per raggiungere al più presto la meta finale dell’Ostello di Sognasinara.
Il maestrale seppur navigando ridossati, accompagna il gruppo per tutto il giorno, ed entrando a Cala Oliva si avverte sensazione di sollievo dopo una navigazione di circa 20 nm.
Per i più è soddisfazione per avercela fatta, tutti insieme, compatti, con la conferma di un gruppo di amici uniti non solo dalla passione comune per il kayak, ma per aver vissuto una avventura che per alcuni si è trattato di vera esperienza di vita in comune.
Cala Reale è la fotografia di qualcosa di sbagliato, di un tempo che si è fermato, di un progetto incompiuto, di soldi mal spesi, di risorse sprecate, di occasioni mancate, di milioni di promesse interessate e non mantenute.
Manufatti in rovina senza più scopo, molo eroso, turismo assente, una sensazione stanziale di abbandono dove gli asini e asinelli, ciondolano senza meta nell’ambiente a loro naturale.
Un’isola “gioiello” da valorizzare sembrerebbe troppo semplice, farlo senza deturpare cosa difficile se non impossibile per via delle spire velenose contaminanti, ma l’auspicio è che a spuntarla sia la gente sarda perbene, a dispetto dei soliti malavitosi.
In tutte le tappe, quelli considerati più bravi, hanno sempre dato generoso supporto con gesti e con consigli e la loro presenza ha aiutato psicologicamente i più deboli tecnicamente, tenendo sotto osservazione il più lento trasferendo una buona dose di tranquillità, tecnica sempre efficace e molto apprezzata.
A Cala Oliva, la sosta è di quattro notti godendo nelle giornate, la selvaggia isola per terra e per mare.
L’opportunità è stata di visitare il complesso carcerario di massima sicurezza, da anni dismesso, accompagnati dal cicerone Enrico Mereu, scultore dell’isola e famoso per i suoi delfini scolpiti nel legno trovato sulle spiagge e portato dal mare.
Interessante la visita al centro di recupero delle tartarughe, centro nato nel 2005 a Cala Reale, dove si è venuti a conoscere due simpatiche ospiti in fase di guarigione.
Una considerazione che sull’isola, la vita sia stata dura tra pietre “coltivate” da disperati con un tempo sbagliato alle spalle.
I muretti di pietre corrono a dividere coltivi di ieri, disegnano, riquadrano spazi che la natura ha occupato con cespugli rigogliosi, alberi piegati dal maestrale, fiori essenziali, profumi sottili.
C’è convinzione che mani callose abbiano asciugato il sudore tormentato da verità pesanti, così come lacrime di sofferenza abbiano bagnato queste pietre. Qui sono svanite migliaia di vite condannate ad una fatica purificatrice.
L’Asinara è rimasta isola di fantasmi, con il vecchio carcere di un passato difficile, luogo remoto legato a nomi di eroi civili come Falcone e Borsellino, o a quelli tragici di mostri mafiosi e a tutti ben noti.
Auspicabile è che da questa ferita profonda, dallo sfregio alla bellezza naturale, sia possibile, cancellando tutto ciò che porta a vecchi ricordi e sofferenze, restituendo a quest’isola stupenda il suo vestito naturale migliore.
Salendo a Punta della Scomunica, il punto più alto dell’isola, si ammira la indimenticabile silhouette dell’isola, facendo poi bagni a Cala Sabina.
In una delle escursione a piedi, camminando verso sud alcuni del gruppo hanno anche la fortuna di vedere un asinello albino neonato, una specie che caratterizza l’isola: gli asini che si incontrano, accompagnano, spuntando dove meno uno se l’aspetti!
Per fortuna Asinara è altro, la natura è padrona, le piante la abitano, gli uccelli la vivono, i pesci ci sguazzano.
Sole, vento, luce e l’isola respira un’aria di terra lontana. Potrebbe essere in mezzo all’oceano, invece è a due passi da casa. La sua bellezza è tenera, delicata, fresca. La violenza dell’inverno, la tortura dell’estate, la dolcezza dell’autunno si nascondono in una primavera disegnata dal pennello di un Dio impressionista, nelle mille sfumature di verdi, arancio, gialli che scivolano su ogni cespuglio e si tuffano nei blu, turchesi, celesti del mare. Ogni stecco, insetto, uccello, fiore, foglia sono vita.
Il mare trasparente ha una bellezza struggente, tiene l’isola tra le braccia, la culla con dolcezza lungo la costa est, la tortura e ferisce in quella ovest dove l’isola erge le sue falesie. Due facce di una stessa medaglia dove tanto incanto stordisce, purifica, riporta ad una vita in una dimensione antica di spazio e tempo, in cui ognuno vive libero in una sua dimensione e si muove seguendo il proprio sentire.
Si cammina, si naviga, si sta fermi a respirare, fiutare, pensare, ciascuno sulla sua pietra, sdraiato nel sole, col corpo vivo, il cervello stordito da una frazione di sogno in bilico tra il brivido del futuro, l’ingombro del passato. Qui si sta sospesi in un presente insolito, inebetiti da una sensazione di pienezza e di vuoto, contaminati da armonia e bellezza, smarriti in un tempo dilatato e breve, che finisce e scivola inesorabile nelle certezze ruvide del prossimo quotidiano.
Doveva essere vacanza e così è stato. Ognuno a recuperare mesi di solitudine, costrizione, disarmonia, sofferenza psicologica, fisica, paura e speranza.
Senza forzature, Asinara è stata un bagno di umanità, generosità’, risate, confidenze, diffidenze, abbracci, occhi felici, cene divertenti, risvegli arrugginiti, brividi umidi.
Come spesso accade, si trovano persone diverse, divise, lontane che in pochi giorni hanno fatto una squadra solidale, empatica.
Un viaggio di personaggi che hanno realizzato una commedia divertente, irriverente, ognuno da protagonista, comparsa, solista, musico, comico, vittima e carnefice. Come spesso succede le battute si sprecano, le risate che seguono sono travolgenti, i racconti leggeri, ragionamenti talvolta serissimi nell’approcciare i rebus delle leggi del mare.
Se da un lato il gruppo era d’artisti, dall’altro una ciurma in gamba, senza presunzioni, armonizzando pensieri e decidendo per il meglio con saggezza.
Tutti si sono divertiti, e si son trovati bene, si sono ricaricate le pile, si sono ritrovate energie positive come stando sdraiati al sole, rilassati senza dover essere in continuo assillante movimento.
Sabato mattina, 29 Maggio, a malincuore si lascia Cala D’Oliva per il ritorno a Stintino, e per chi è stato parte del gruppo, non può che confermare che si è trattato di … una meravigliosa avventura!
Ajo durasse!