Circumnavigazione di CEFALONIA – Vacanza di Settembre 2021
testo di Giacomo Cavalca
Alla fine ci siamo riusciti. Siamo riusciti ad andare a Cefalonia e girarcela tutta, metro per metro, con i nostri kayak. Sembrava un po’ un miraggio, l’idea era nata nel 2019 con Andrea e Paolo, poi nel 2020 arriva il Covid e problemi di salute per Andrea, quindi io e Paolo avevamo “ripiegato” sulla costa Est della Sardegna.
In questo 2021 era tutto in ordine: biglietti riemessi dalla compagnia Minoan fin dalla tarda primavera, ferie bloccate sulle agende, materiale pronto e … la testa viaggiava già sullo Ionio. Ad Agosto mi trovavo in Corsica per le ferie familiari e il giorno 22 arriva la notizia da Paolo: una brutta caduta in bici, clavicola e due costole rotte. Cefalonia KO? No no, non scherziamo!
Pur dispiaciuti tantissimo per l’ennesima beffa del destino, io e Andrea confermiamo la partenza. Si parte quindi, sabato 11 Settembre con traghetto da Ancona alle 16.30.
Si presenta nuovo qui piccolo inconveniente. Attendo Andrea, che viene da Varese, per le 8,30, ma alle 7.30 mi chiama dicendo che si è rotto il cambio del multivan. Niente panico, in pochi minuti troviamo il modo di cambiare auto e si parte ugualmente.
sorrisi e felicità alla partenza
Arriviamo Domenica sera a mezzanotte, al porto di Poros, sotto la pioggia e 14°C …l’estate in Grecia (!) e da lì a Sami, dove troviamo un bel campeggio (uno dei due soli campeggi presenti sull’isola), fronte spiaggia che resta aperto tutta notte.
Partiamo l’indomani mattina per la circumnavigazione, fortunatamente il tempo si è ristabilito e resterà bello per tutto il viaggio. Faremo il giro in senso antiorario, nove giorni in tutto, sempre in campeggio nautico, con temperature diurne sui 27-30°e notti mai eccessivamente umide. Avremo un paio di giorni di mare un po’ mosso e tante baie, spiagge e falesie di indimenticabile bellezza, un mare dai colori entusiasmanti e una vegetazione costiera non ancora eccessivamente aggredita dalla cementificazione
preparazione kayak a Sami. Si parte!
… prime pagaiate
Lunedì 13
Iniziamo procedendo verso Nord, attraversando l’ampio golfo di Sami su un mare che sembra un olio. Per i primi due giorni navigheremo nel canale tra Cefalonia e Itaca.
mare piatto nel canale Cefalonia – Itaca
Con Andrea esco in kayak da tempo, e come con Paolo l’anno scorso, c’è affiatamento su ritmi, kilometraggi, buon senso… l’obiettivo resta sempre divertirci e godere del fatto di essere in kayak in posti meravigliosi.
La prima giornata passa scoprendo le coste dell’isola, ma anche riadattando mente e corpo al trekking in kayak: un gioco a tetris per riuscire a stivare tutti i materiali, gli indumenti, il cibo, ricordare in quale angolo dei gavoni hai messo la tal cosa, o verificare lo skeg appena in acqua, e tante altre verifiche che si ripeteranno quotidianamente.
Si capisce subito che le spiagge, almeno in questo lato dell’isola, sono ricche di ciotoli, a volte levigati, a volte no e che, sarà una costante per tutto il giro, trovare un certo scalino che rende un po’ difficoltoso portare i kayak pesanti in spiaggia, dovuto al mare che subito sprofonda, basta un po’ d’onda per rendere gli atterraggi non sempre agevoli, tanto che ne pagheremo le conseguenze a Myrthos il giorno successivo.
Facciamo una breve sosta per pranzo in una piccola insenatura. Alla sera poi, dopo aver superato tre spiagge troppo “ruvide” per via dei ciotoli, ne troviamo una, Evreti, molto bella, che si apre come un balcone davanti ad Itaca.
prima notte di fronte ad Itaca
Martedì 14
La meta odierna è oltrepassare Fiskardo, il paese più a nord dell’isola, che mantiene un minimo di architetture tradizionali, in quanto risparmiato dal terremoto che colpì Cefalonia nel 1953. Breve sosta per le sollecitazioni di desiderio e mancanza del “luppolo” nell’organismo e soddisfare tale esigenza, per poi riprendere la navigazione passando sotto il faro veneziano.
fari di Fiscardo, in primo piano quello veneziano
Lasciato alle spalle Fiskardo, la parte nord dell’isola ci riserva un po’ di onda, ma ci regala anche i primi pesci pescati alla traina, un paio di palamite. La giornata ci vede pagaiare lungo le falesie della costa nord-ovest.
Nel pomeriggio, stop tecnico ad Assos, e poco prima di arrivare peschiamo anche una bella lampuga che abbocca all’amo ed è nostra!
Continuiamo fino alla spiaggia di Myrthos, non essendoci altre possibilità di sosta nelle vicinanze. E’ già un po’ tardi e le onde danno segni di vitalità e i cavalloni frangono in spiaggia: l’atterraggio è un po’ ostico con i kayak che si traversano. Alla fine riusciamo a sbarcare e, cosa importante, i pesci, che una volta pescati, vengono posti sotto le ginocchia nel pozzetto, sono ancora lì, … quasi pronti per la cena!
lampuga e palamite
Mercoledì 15
Oggi è giorno in cui è bene prendersela con calma, siamo un po’ cotti dalle onde di ieri, forse dobbiamo ancora riprendere il ritmo, così facciamo solo 10 km con molta calma, e atterriamo in una bellissima spiaggia, Fteri, dove si arriva o via terra facendo un paio di km a piedi, o via mare con le barchette, ma poi alle 17 i turisti scompaiono tutti.
Alla sera rimaniamo immersi nel buio più totale. E’ qui che facciamo il primo incontro curioso. Mentre ceniamo al buio, con le pile da testa a illuminare il fornello, vediamo a 50 mt da noi due coppie di puntini rossi che si alzano e si abbassano. Pensiamo a delle capre… ci alziamo per andare a vedere, e una volta illuminati meglio i puntini, scopriremo essere una coppia di volpi venute a curiosare tra i kayak.
Myrthos al mattino, ancora senza turisti e immersa nel cono d’ombra della scogliera retrostante
spiaggia di Fteri
Giovedì 16
Dopo le operazioni di smontaggio del campo, si procede lungo la parte finale del golfo di Myrthos, sotto stupende falesie dai colori giallo chiaro e ocra esaltati dalla luce del mattino.
falesie nel golfo di Myrthos
Il pomeriggio tardi ci vede atterrare su una spiaggia denominata Ammos, che mi è rimasta impressa nella mente per i suoi ciotoli marmorei levigatissimi e talmente lucidi da sembrare finti.
In una parte della spiaggia vi sono delle strane forme basaltiche che emergono a pelo d’acqua come fossero piattaforme naturali su cui camminare agevolmente. In questa spiaggia incontriamo gli unici altri kayaker di tutta la vacanza, un gruppo di 8 russi che su 4 kayak gonfiabili trasportano borse stagne enormi e che allestiranno un campo notturno di tutto rispetto.
spiaggia di Ammos
Ammos – le strane piattaforme rocciose che si protendono in acqua
Venerdì 17
Al risveglio ci sentiamo un po’ cotti, anche per l’umidità che oggi si fa sentire. Facciamo uno stop in un bel baretto a Vatsa bay, poi procediamo tagliando all’ingresso del golfo di Lixouri, il golfo che permette di arrivare ad Argostoli, e andiamo avanti a pagaiare fino al calar del sole. Ci troveremo costretti a fermare in una spiaggia … così così, sotto la zona dello aeroporto. Uniche note positive, i nidi di tartarughe e alcuni simpatici animaletti di cui vedremo le numerose tracce attorno alle tende al mattino successivo.
tracce notturne sulla spiaggia dell’aeroporto
Sabato 18
Oggi il mare è un po’ agitato, comunque raggiungiamo la spiaggia di Sissia, dopo Lourdata, sotto un vecchio monastero, molto bella e dotata di una fonte d’acqua potabile, che viene veicolata in spiaggia da una canna nascosta in mezzo ai massi.
Piccolo intermezzo: prima di arrivare a Sissia, come ogni giorno verso le 15.40 cerchiamo una spiaggia qualsiasi dove fermarci 5 minuti, perché Andrea deve prendere una medicina sempre alle 16, che non può posticipare. Questo giorno, l’unica che troviamo dopo Lourdata è una micro spiaggia, dependance di un resort da super ricchi, giusto poche sdraio con ombrelloni e coppie di inglesi, rossi in faccia, stesi sulle sdraio con i loro drink in mano e, per questioni di spazio, non possiamo far altro che atterrare a meno di due metri da una delle coppie. La lei della coppia, guardandoci quasi schifata con in faccia un “Oh My God” a caratteri cubitali, sembra esprimere incredulità, non si spiega come sia possibile che due zingari come noi sudati,un po’ sbrindellati, e coi kayak possano avvicinarsi alla sua spiaggia super esclusiva…..Non facciamo in tempo a toccare la sabbia con le prue, che lei si mette a bisbigliare preoccupata qualcosa al marito, con un’espressione che è tutto un programma… e a quel punto Andrea, noncurante della cosa, è già sceso dal kayak, sta aprendo un gavone ed estrae un pacchettino con alcune pillole. Mentre si appresta a sceglierne una e ingoiarla sotto gli occhi della coppia, io non ci resisto più, per far schiattare la lady sfodero il mio best inglese e rivolgendomi a lei con un sorriso a 34 denti le dico “Easy easy, no problem, we are going aroud the island by kayak, very hard and my friend is tired and needs to take some DRUG to go on!!”.
Avessi detto “pill” forse avrebbe cambiato atteggiamento.
Lei come previsto non capisce la cosa, e fa una faccia ancora più incupita, immaginandosi chissà quale “drug” abbia preso Andrea, ma a quel punto siamo già coi kayak in acqua e li stiamo salutando mettendoci a ridere come dei grulli. Mi immagino già le lamentele della signora alla reception del resort quella sera…
Sissia – tra i massi a sinistra in secondo piano, si trova la canna che porta l’acqua
Sissia – refil di acqua assicurato
Domenica 19
Ancora mare un po’ mosso di primo mattino, con un’onda al giardinetto un po’ fastidiosa, completando l’ampio golfo di Lourdata e cominciando quindi a risalire verso Nord. Si giunge in una parte molto turistica dell’isola, dove si trova la località Skala, in cui faremo sosta nel primo pomeriggio. Dormiremo in una spiaggia dopo pochi chilometri, con la particolarità di essere sovrastata da una locanda a forma di nave e dalle luci sgargianti, tanto che quando scende il buio sembra di avere alle spalle un albero di Natale: impossibile non andare a bere una birra serale al Nautilus!
il Nautilus sopra la spiaggia dopo Skala
Lunedì 20
Il giorno seguente riprendiamo la strada verso Nord, dopo pochi km doppiamo il punto più a est di Cefalonia e ci troviamo a pagaiare in direzione Nord Ovest, ritornando in vista di Itaca. Ormai siamo quasi arrivati, l’andatura è blanda, come è giusto che sia, un po’ per la stanchezza e un po’ per il dispiacere di avere quasi finito… Ci fermiamo per la notte nella spiaggia di Koutsopia, isolata anche da terra, davvero bellissima, con dei ciotoli candidi, e un fitto bosco subito alle spalle e vista su Itaca
Martedì 21
Al mattino riprendiamo con calma, sia a terra che in acqua, e ci attendono solo poche miglia per giungere a Sami, e potremo quindi dedicarci a esplorare alcune baie che si presentano lungo il percorso.
In questa mattinata siamo fortunati e riusciamo a vedere due grandi tartarughe Caretta Caretta. Inoltre, poco prima della baia di Anti Samos, riusciamo a pescare anche una bella lampuga, quindi anche stasera cena a base di pesce!
lampuga
Nel primo pomeriggio entriamo nell’ampio golfo di Sami, e in poco tempo arriviamo alla spiaggia del campeggio di partenza.
Abbiamo completato la circumnavigazione dell’isola di circa 100 miglia nautiche tutto, e fortunatamente senza problemi, ci resta ancora qualche giorno che trascorreremo in zona, in attesa del traghetto di ritorno.
Escludiamo di procedere ed effettuare anche il periplo di Itaca. Ne approfittiamo per fare i turisti a terra con un selfy che ci vede molto soddisfatti ….
sorrisi e soddisfazione all’arrivo!
Mercoledì 22
Oggi riposo ma per assicurarci la cena, esco in kayak per una breve uscita, tornare dove ho pescato ieri la lampuga, sperando in un bis. Il bis arriva, sotto forma di un bel tonno a pinna gialla e un sarago
cena assicurata
Il giovedì ci diamo ad un lungo trekking costiero, da Anti Samos a Koutsopia, dove avevamo dormito due giorni prima, molto bello, seppur stancante, per le spettacolari viste sul canale tra Itaca e Cefalonia.
trekking costiero, a destra Itaca
L’ultimo giorno utile, venerdì 24, lo utilizziamo per spostarci in macchina su Itaca e girarcela un po’ a razzo. Al mattino camminiamo per il paese di Vathi, dove sono colpito dalla cura che nei giardini mettono per proteggere ogni singolo grappolo d’uva. Poi ci spostiamo più a nord, verso Frikes, per pranzo. Grazie anche alla posizione sopraelevata delle strade che percorriamo, ci si presentano panorami incredibili.
protezioni dei grappoli di uva nei giardini di Vathi
insenatura di Frikes, nella parte Nord di Itaca. In fondo la terraferma
Pur avendola vista di sfuggita, devo dire che l’isola mi è piaciuta tantissimo.
Può sembrare strano, ma sono contento che tre giorni fa, una volta concluso il giro a Sami, io e Andrea abbiamo concordato di non fare anche il giro di Itaca (circa 50 km). Certo, la nostra decisione è stata trainata dalla stanchezza, ma mi piace pensare che, inconsciamente, con quella decisione abbiamo voluto tenere da parte qualcosa di bellissimo ancora da vedere, da esplorare. Un valido motivo per giustificare un futuro ritorno in queste zone … e mi piace considerare che in un certo qual modo abbiamo interpretato alla lettera l’indicazione di Kavafis, quando nella sua poesia “Itaca” ad un certo punto scrive
“…Sempre devi avere in mente Itaca
raggiungerla sia il pensiero costante.
e soprattutto, non affrettare il viaggio;….”
Un grazie ad Andrea per l’avventura vissuta insieme e anche a Paolo, quest’anno con noi solo virtualmente, che ci auguriamo possa riprendere il kayak prima possibile e tornare a vagabondare insieme.