Informazioni
Titolo: Escursione in Laguna di Grado di Ponente da Aquileia (palù de soto)
Luogo: Friuli-Venezia Giulia - Gorizia (GO) - Aquileia (Ud), Grado
Distanza: Distanza: 10 miglia nautiche
Durata Prevista: Durata prevista: 3:0 ore
Difficoltà: Difficoltà: Moderata (M)
Informazioni Generali
Escursione in Laguna di Grado da Aquileia
Descrizione Difficoltà: | Una facile passeggiata per un canoista mediamente allenato. Una bella escursione per esplorare la laguna di Grado con uscita in mare. |
Caratteristiche del Litorale: | prima fiume tranquillo per 2 miglia, poi 4,5 miglia di laguna fino litorale sabbioso Banco D’Orio che s’affaccia sul mare. Spiaggia, non profonda e macchia mediterranea, fondale basso vicino riva forma più linee di frangenti in caso di mare mosso. |
Venti e Correnti Predominanti: | talvolta vento di Bora da E- NE |
Ridossi: | il fiume Natissa che scenderemo per la prima parte del percorso, è riparato dal vento, parzialmente riparata la laguna (nella parte finale), in caso di emergenza i casoni hanno squeri con ripari. |
Vie di Fuga: | L’ultima via di fuga via terra è alle foci del fiume, poi siamo in mezzo alla Laguna, dove in caso di emergenza, possiamo far riferimento ai Casoni privati. |
Collegamenti: | La base del Canoa Kayak Friuli (sede ideale di partenza per l’escursione) |
Coordinate Imbarco: | Lat. 45° 45′ 54.134″ N – Long. 13° 21′ 25.610″ E |
Descrizione Imbarco: | Ci si può imbarcare, proprio vicino alla sede del club, dal pontile adiacente. In caso di bassa marea consigliamo di aiutarsi con una cima legata alla prua del kayak per issarlo e in caso aiutarsi con la battella in legno ormeggiata lì vicino. Nessun problema per il parcheggio. Un imbarco alternativo potrebbe essere o dall’altra sponda del fiume dal pontile in legno, oppure alle foci del fiume Natissa (accorciando il percorso di 2 miglia circa) |
Coordinate Sbarco: | Lat. 45° 41′ 47.822″ N – Long. 13° 18′ 11.178″ E |
Descrizione Sbarco: | Lo sbarco al Banco D’Orio è su spiaggia e basso fondale. Solitamente il mare è calmo, se c’è vento da Sud possiamo trovare un po’ di frangente. |
Soste: | La prima sosta utile possiamo farla alle foci del fiume, agevolmente. Poi attenzione se vogliamo fermarci in Laguna distinguiamo le: – Velme: porzione di fondale lagunare poco profondo di composizione limo-argillosa, privo di vegetazione ma comunque normalmente sommerso che fuoriesce in caso di bassa marea (scivoloso) – Barene: terreni di composizione limo-argillosa, periodicamente sommersi dalle maree con parziale bassa vegetazione – Mote: isolotti artificiali su cui sono stati edificati i casoni, le tipiche abitazioni in muratura e canna con copertura del tetto in canna di fiume. Sorgono di solito ai margini di qualche barena o valle da pesca. I primi due sono insidiosi e scivolosi, essendo parzialmente sommersi, le mote invece sono asciutte vi troviamo i Casoni dove, essendo privati, meglio sostare solo in caso d’emergenza. |
Racconto: | In questo itinerario scendiamo l’antico fiume Natissa, fondamentale per lo sviluppo della città di Aquileia nell’epoca dell’impero romano, per giungere in Laguna. Qui seguendo i canali arriviamo fino al litorale del Banco D’Orio, facendo attenzione come segnalato, a non ucire troppo dagli stessi in caso di bassa marea. Una volta in mare ripartiamo facendo lo stesso percorso dell’andata. |
In Mare
Pubblicazioni: | http://www.graisanidepalu.it/ |
Punti Cospicui: | Al ritorno il campanile di Aquileia può aiutare, in ogni caso partire sempre con la mappa del percorso, in quanto in laguna non è difficile perdersi. |
Divieti e Restrizioni: | Come già citato, non sostare nei casoni se non in caso di emergenza. Anche le valli da pesca sono tutte proprietà private |
Pericoli: | Come già citato, attenzione a: – tagliare il percorso in caso di bassa marea: se non conoscete potreste finire in secche melmose e pericolose (presenza di ostriche taglienti come lame); – vento di Bora (se moderato / sostenuto consiglio di trovare un’attività alternativa); – alle barche specialmente in Laguna che sfrecciano pericolosamente. – Ai tafani: Se siamo in estate attenzione alle giornate calde ed afose, possiamo incontrare questo insetto simile ad una mosca: la sua puntura è dolorosa e causa gonfiore e prurito perché l’apparato è piuttosto grande e ferisce anche dei nervi. Può succhiare fino 0,2 ml di sangue e può anche pungere attraverso i vestiti. |
Possibilità Bivacco: | Nel litorale del Banco D’Orio. |
A Terra
Antropizzazione: | Si parte dal centro di Aquileia, verso la Laguna gli unici posti abitati sono i casoni. D’estate presenza costante di turisti e di barche. |
Accoglienza: | Diversi agriturismi in zona, facilmente trovabili in internet. Altrimenti Ostello o Camping di Aquileia. |
Aspetti Naturalistici: | La Laguna di Grado è un meraviglioso e delicato ecosistema che merita senz’altro una visita. Essa va da Fossalon di Grado fino all’isola di Anfora, all’altezza della foce dei fiumi Ausa e Corno e da Fossalon di Grado fino all’isola di Anfora, all’altezza della foce dei fiumi Ausa e Corno; è estesa per circa circa 90 chilometri quadri, e divisa in un settore orientale (palù de sora) ed in uno occidentale (palù de soto) dalla diga sulla quale si snoda la strada che collega Grado alla terraferma. Dal punto di vista naturalistico, la laguna si presenta ricca di essenze arboree, e in particolare di tamerici, olmi, pioppi, ginepri e pini. La fauna presenta una notevole varietà di volatili, tra i quali gabbiani, garzette, aironi cinerini, germani reali, rondini di mare. Di rilievo l’itticoltura, con la presenza di numerose valli da pesca. Bellissimi i casoni, le tipiche abitazioni con tetto di paglia e porta orientata a occidente utilizzate in passato dai pescatori gradesi. |
Aspetti Turistico-Culturali: | Aquileia è un paese ricco di storia e all’epoca romana era considerata la seconda Roma. Qui di seguito cito qualche informazione, fonte: Sito Comune di Aquileia. Le recenti scoperte geoarcheologiche hanno portato alla luce un vasto insediamento protostorico (sec.IX a.C.) ai margini di quello che doveva essere un importante fiume che poi i romani, nel secolo II a.C. hanno regimentato e reso navigabile, dando vita ad uno dei più importanti porti dell’epoca. Con la fondazione della colonia romana, nel 181 a.C., tutte le precedenti realtà vengono annullate per far posto alla grande opera di risistemazione agraria, viaria e fluviale finalizzata sia a garantire la fortificazione della nuova Aquileia, sia in relazione alla pianificazione e centuriazione dell’agro aquileiese. Nella Tavola Peutingeriana (fine IV s.d.C.) Aquileia è rappresentata come una città ben difesa da torri e mura possenti, con diverse strade che la collegano all’Italia e con il centro Europa (via Annia, via Postumia, via Gemina, ecc.) e posizionata in prossimità dell’Adriatico. La struttura di forma quadrilatera, posta a destra di Aquileia, rappresenta il centro termale romano sul fiume Timavo, ubicato tra Aquileia e Trieste (Tergeste). Fino a tutta la prima metà del IV s.d.C. le acque dell’Isonzo, Torre e Natisone lambivano la parte orientale di Aquileia, dove, con opportune imponenti opere idrauliche e strutturali, sorgerà il grande bacino portuale romano, largo 48 metri e lungo oltre 400 che farà diventare Aquileia fiorente e prosperosa, alla pari di Milano, Capua e Pompei. Aquileia divenne la capitale della X regione dell’impero romano: la Venetia et Histria. Tutte le strade di comunicazione che uscivano da Aquileia erano difese da adeguate torri e porte: verso sud si andava allo scalo marittimo di Grado; a Ovest c’era la via Annia e la Postumia che collegavano Aquileia all’Italia; a Nord ci si dirigeva per andare verso Cividale (Forum Iulii) oppure al Noricum (Austria); a Est, invece, si andava a Trieste (Tergeste) oppure all’Isonzo presso Gorizia per poi continuare verso Lubiana. Il periodo di maggiore splendore per Aquileia fu il IV secolo, contraddistinto anche religiosamente dalla costruzione della grande chiesa cristiana di Teodoro. Aquileia, centro militare, commerciale e religioso, era divenuta una delle principali cittadine dell’impero romano, dopo Roma, Antiochia, Alessandria, Milano, Pompei. La sua importanza, oramai secolare, venne a cessare con l’invasione degli Unni del 452. Di Aquileia nel corso dei secoli VI, VII e VIII sappiamo ben poco. La cittadina, dopo la calata degli Unni, è dimezzata: l’intero settore settentrionale non viene più utilizzato se non come deposito di materiale pregiato da riciclare. Nel 568 il popolo longobardo conquista anche il Friuli e sposta la capitale del suo primo ducato a Cividale: Aquileia è troppo vicina a Grado e alla costa Adriatica, territorio oramai soggetto a Ravenna. Grado diventa sede episcopale in antitesi ad Aquileia. Nella seconda metà dell’VIII secolo i Franchi, succedutisi ai Longobardi, sviluppano una politica di ristrutturazione politico religiosa, dove il ruolo del partriarca Paolino d’Aquileia (787 – 802) è molto importante anche per la città friulana con la rideterminazione dei confini della Diocesi Aquileiese. Ma bisognerà aspettare il Patriarca Massenzio (inizio sec. IX) per vedere una rinascita politica, economica e religiosa della città di Aquileia, grazie anche alle copiose regalie territoriali che l’imperatore fa al patriarca. Questa nuova realtà, in grande evoluzione, viene bloccata repentinamente dalle incursioni ungare di fine secolo IX che devastano e spopolando tutto il medio Friuli (vastata ungarorum). La rinascita di Aquileia diventa realtà con il patriarca Popone, ministro di Corrado II (inizi sec. XI): vengono ripristinate le mura difensive, le strade, le chiese, il porto fluviale, ecc. Aquileia diventa il centro nobile dell’intero territorio friulano. Accanto alla basilica debitamente ricostruita ed abbellita il patriarca predispone la sua residenza: il palazzo patriarcale. Nel 1077 Enrico IV concede al patriarca Sigeardo l’investitura feudale sull’intero territorio friulano: si ha la nascita dello stato patriarcale in funzione politico-militare imperiale. Fuori la cinta muraria, nel settore nord orientale, prende vigore il convento benedettino femminile, di probabili origini paleocristiane, che durerà sino alla fine del secolo XVIII; mentre un altro convento, maschile, sempre benedettino, di “San Martino della Beligna” si sviluppa a sud di Aquileia e verrà chiuso a metà secolo XV, allorchè la Serenissima occuperà l’intero Friuli e determinerà la fine dello stato patriarcale. E’ interessante notare che nel medioevo Aquileia, dal punto di vista giurisdizionale, era divisa in tre zone: quella a nord, soggetta alla Badessa del Monastero Benedettino; quella occcidentale, dove c’era la sede comunale e in cui il Podestà aveva giurisdizione e quella orientale, chiamata “Pala Crucis” o “Pala de Crôs”, dove comandava il Patriarca (attraverso il Capitolo). Tutte e tre queste antiche “borgate” avevano la propria chiesa parrocchiale. Alla fine del secolo XVIII, in applicazione di un editto di Giuseppe II, imperatore d’Austria, la comunità aquileiese dovette scegliere di tenere solo una chiesa: decise, per quella attuale. Con la fine dello stato Patriarcale (1421) il territorio friulano divenne soggetto a Venezia, mentre Aquileia, S. Daniele, San Vito al Tagliamento, rimasero territori imperiali austriaci. Aquileia, in particolare, rimase austriaca fino alla fine della prima guerra mondiale. Ma se Aquileia era territorio austriaco, la nomina del Patriarca era, di fatto, di diritto veneto. Una situazione conflittuale che nel 1751 il Papa, in modo salomonico, decise di porre fine decretando la soppressione dell’antica diocesi aquileiese e la conseguente erezione di due nuove arcidiocesi: quella di Gorizia, per il territorio friulano austriaco e quella di Udine, per quello soggetto a Venezia. Anche il tesoro patriarcale e le reliquie furono tolte ad Aquileia e spartite tra le due nuove istituzioni ecclesiastiche. Aquileia fu, di fatto, abbandonata al suo destino e l’impaludamento del territorio, il latifondismo esasperato e la miseria fecero il resto per tutti i secoli XVIII e XIX. La casata d’Austria cercò in vari modi di rivitalizzare Aquileia: prima con una serie di bonifiche dei terreni paludosi (sotto Maria Teresa d’Austria, sec. XVIII) poi con la costruzione di un porto fluviale nuovo sul Natissa (metà sec. XIX). Ma fu inutile: molti cittadini aquileiesi cercarono situazioni migliori persino oltre oceano. Lo scoppio della prima guerra mondiale peggiorò le già gravi situazioni sociali ed economiche di Aquileia, situata proprio sulla prima linea del fronte, territorio austriaco, popolata da “austriacanti”, da italianizzare in ogni modo. Il cimitero aquileiese, da secoli disposto attorno alla basilica, venne fatto spostare in altro luogo per far posto ad un cimitero di guerra italiano. Fu proprio in questo periodo storico, caratterizzato anche dalla rotta di Caporetto e poi dalla successiva vittoria italiana, che fu completamente portato alla luce il mosaico pavimentale teodoriano (IV secolo). La stupenda pavimentazione musiva dell’attuale basilica è quella della prima chiesa di Teodoro (inizi IV s.d.C.) che venne alla luce a cavallo della prima guerra mondiale. Fino ad allora la pavimentazione della chiesa era costituita da un lastricato in pietre rosee e bianche che ricoprivano i precedenti strati più antichi. Prima gli austriaci, dopo l’esercito italiano, rimossero tale lastricato, scavarono, e portarono alla luce il mosaico policromo che oggi ammiriamo. Solo dopo la seconda guerra mondiale la situazione sociale ed economica di Aquileia mutò. Nuove case, nuovi posti di lavoro, un’istruzione più diffusa furono le premesse per arrivare alla situazione attuale: un centro storico-archeologico importante e conosciuto a livello internazionale, una situazione urbanistica moderna da sviluppare ulteriormente soprattutto per le aspettative turistiche, una produzione agricola e in particolare vitivinicola di alta qualità. L’Aquileia d’oggi, collegata al mare dal fiume navigabile Natissa, è un piccolo tesoro culturale ed ambientale dove fanno bella mostra di sè boschi planiziali, rogge d’acqua di risorgiva, la maestosa laguna. |
Approvvigionamenti: | nel centro abitato di Aquileia. |
Scuole di kayak sul territorio, servizi, negozi, noleggio kayak e materiali: | Canoa Kayak Friuli ,scuola di kayak da mare e presso la sede della Nautisette di Aquileia, dov’è il punto di partenza. |
Insegnanti di zona, numeri utili: | Insegnanti di riferimento in zona: Carletti Fabio (Cell. 340 5767279), Pittia Riccardo (Cell. 335 7284722) Ass.ne Canoa Kayak Friuli (www.canoafriuli.com – info@canoafriuli.com) Della Bianca Damiano |
Numeri Utili: | Guardia costiera di Grado 0431 80050 |
Crediti
Data Inserimento: 16/05/2013
Proposta da: Fabio Carletti
Data Modifica: 23/10/2013
Modificato da: Fabio Carletti