Accordarsi con gli amici per una escursione in kayak, arrivare sul luogo con tutto l’armamentario del caso, incontrare chi magari non si vede da molto tempo, prepararsi e via… partire per una bella giornata all’aria aperta in piacevole compagnia… e, alla sera, magari fermarsi a mangiare qualcosa insieme per prolungare ancora di un poco la sensazione di appagamento, e poi… ognuno a casa sua, promettendosi a vicenda di rincontrarsi presto…
Sarebbe bello che tutto andasse sempre così…
Purtroppo, spesso si parte in ritardo perché all’ultimo momento non troviamo qualche cosa di importante. Corriamo per recuperare un po’ di tempo, ma il cartello comincia a ballonzolare pericolosamente, poi si stacca e va a finire fuori dalla rete dell’autostrada. Freniamo bruscamente ed il kayak scivola in avanti ed a malapena riusciamo a fermarci prima che ci superi e finisca sull’asfalto. Rimesso tutto a posto in qualche maniera ripartiamo, ma poco dopo siamo fermati da una pattuglia che ci dice che il nostro carico sporge oltre il massimo consentito e che non possiamo continuare il viaggio. Dopo lungo piagnisteo, mea culpa vari e promesse di mai più rifarlo, ci lasciano andare e riusciamo a ripartire arrivando trafelati finalmente all’incontro, ma in abbondante ritardo. Ci prepariamo in fretta e partiamo per l’escursione. Ad un certo punto, ecco avvicinarsi una motovedetta e qualcuno ci contesta che siamo troppo lontani dalla costa e che non avremmo dovuto essere lì. Altro piagnisteo propiziatorio nella speranza di ammorbidire quelli che incominciamo a vedere come i nostri carnefici: ma non serve a nulla, ci sequestrano le barche e ci danno una bella multa, di quelle da sperare di vincere alla lotteria per poterla pagare. Così torniamo a casa con mille pensieri truci ed assassini in testa. Dopo un po’ di tempo però, ripensando all’accaduto, ci chiediamo se tutto quello che ci è capitato poteva essere evitato e, soprattutto, se noi abbiamo fatto tutto il necessario per evitarlo.
E’ facile immaginare la risposta: NO!