Non esiste un “metodo canonico”, e soprattutto condiviso, per calcolare quale è il tipo di kayak da mare adatto a noi. Tra gli stessi produttori, sono pochi quelli che danno indicazioni attendibili ed utilizzabili per operare la scelta; tra questi, pochissimi di loro danno dei diagrammi di carico, o almeno dei riferimenti, da utilizzare allo scopo.
Scegliamo il nostro kayak
Per fortuna la “buona pratica”, intesa come sistema approssimato ma attendibile, ci viene incontro e ci fornisce una regola, sia pure empirica, sufficientemente precisa, per poter almeno “sgrossare” la scelta.
Tale regola si basa su un calcolo semplicissimo:
V = P x 3 |
V= Volume del kayak in litri. P= Peso totale del carico trasportato, inteso come peso del kayaker + peso di tutto il resto del materiale al seguito (Escluso solo il kayak). Questa semplice regola trova conferma nei pochi diagrammi di carico che sono dati a corredo di qualche modello di “produttori illustri” e, cosa importantissima, si è rivelata valida praticamente. A questo punto non ci resta che cercare l’aspetto estetico che più ci garba ed il gioco è fatto.
Come tutte le cose semplici, anche questa ha un lato oscuro, il classico rovescio della medaglia, che non è legato alla regola in se stessa, ma bensì al nostro modo di andare in kayak: non andremo mai in giro sempre a pieno carico, come mai lo faremo completamente scarichi.
Quindi, se sceglieremo un volume per il pieno carico, quando saremo vuoti, avremo una barca meno stabile e più facilmente preda del vento; se invece sceglieremo un volume per il poco carico, quando saremo pieni, andremo in giro con una specie di kayak-sommergibile faticosissimo da spingere.
In conclusione, visto che solo pochi di noi si possono permettere un “set completo” di kayak, ognuno adatto all’impiego che intendiamo farne quel giorno, dovremo accettare un compromesso che sia una via di mezzo tra le due necessità e che tenga conto soprattutto dell’impiego principale, accettando i conseguenti disagi nelle altre situazioni.